Categoria: Pubblicazioni

  • ERA — Empowerment Resilienza Autonomia: un progetto per il reinserimento lavorativo di donne vittime di violenza

    ERA — Empowerment Resilienza Autonomia: un progetto per il reinserimento lavorativo di donne vittime di violenza

    Articolo pubblicato su Lavoro Sociale, numero 1, Volume 25, febbraio 2025

    di Francesca Puggioni e Rossana Ciancia

    ERA (Empowerment Resilienza Autonomia) nasce da un bando finanziato dalla Regione Lombardia e finalizzato a promuovere progetti e interventi di reinserimento lavorativo e/o di formazione professionale per donne che hanno subito violenza. È un progetto di CSeL — Consorzio-Società Cooperativa Sociale (soggetto capofila) che vede come partner tre centri antiviolenza della rete di Varese: Icore, EOS e Donna Sicura. A far parte della rete di partenariato sono anche la Cooperativa Baobab e la Cooperativa Lotta contro l’emarginazione, due realtà che gestiscono case rifugio in provincia di Varese.

    Le principali finalità del progetto sono l’empowerment femminile, il reinserimento lavorativo e la ripartenza economica e sociale delle donne che hanno subito violenza.

  • Rencontrer: un laboratorio permanente per far incontrare disabilità e lavoro

    Rencontrer: un laboratorio permanente per far incontrare disabilità e lavoro

    Analisi e riflessioni prospettiche dalla seconda edizione del progetto
    A cura di Roberto Codazzi, Area Lavoro CSeL

    Rencontrer è un progetto finanziato dal piano Emergo della Città metropolitana di Milano finalizzato a realizzare azioni per tutelare il benessere delle persone con disabilità che lavorano in azienda e migliorare la capacità delle organizzazioni di andare incontro alle loro esigenze. Attualmente Rencontrer conta due edizioni. La seconda, svoltasi tra ottobre 2024 a novembre 2025, è stata realizzata da CSeL Consorzio in partnership con 12 aziende partner di varie dimensioni e natura.

    Nel corso di dodici mesi, il progetto ha promosso percorsi di inserimento lavorativo inclusivi attraverso un approccio integrato che ha unito consulenza organizzativa, coaching, formazione e sensibilizzazione. I consulenti di Area Lavoro CSeL hanno svolto un ruolo centrale di mediazione tra esigenze delle aziende e bisogni delle persone, favorendo soluzioni sostenibili e processi di adattamento reciproco.

    Per ciascuna azienda partner sono state analizzate le posizioni lavorative e le persone inserite ai sensi della Legge 68/99, individuando punti di forza e aree di miglioramento. Le attività hanno incluso colloqui individuali, questionari e piani di sostegno personalizzati, anche in prospettiva di future assunzioni inclusive. È stato inoltre attivato uno sportello di ascolto psicologico a supporto di lavoratori, tutor e referenti aziendali.

    Il progetto ha coinvolto risorse umane, tutor e lavoratori in percorsi formativi su aspetti normativi, comunicativi e relazionali legati alla disabilità, con la possibilità di avviare la certificazione delle competenze per la figura del Disability Manager secondo gli standard regionali. Momenti di coaching e iniziative di sensibilizzazione esperienziale hanno contribuito a migliorare il clima organizzativo e la qualità degli inserimenti.

    Il percorso si è concluso con la realizzazione di uno strumento digitale di comunicazione per la diffusione delle buone pratiche e con una tavola rotonda di restituzione e confronto con le aziende e il territorio.

    Ecco il report completo del progetto

  • Quaderno Rencontrer

    Quaderno Rencontrer

    Per un nuovo incontro tra disabilità e lavoro
    Tappe e apprendimenti del progetto Rencontrer

    Il progetto Rencontrer, “incontrare” in francese, è promosso da CSeL Consorzio su finanziamento di Città metropolitana nell’ambito di Emergo, il piano che dal 2005 mette a disposizione misure e finanziamenti per supportare le persone con disabilità nel loro inserimento al lavoro, per aiutare le imprese che le accolgono e, in generale, per promuovere un miglior sistema di inserimento sociolavorativo in collaborazione con i servizi sociali e socio-sanitari territoriali. Il progetto Rencontrer è stato sostenuto grazie al bando “Azione di Sistema – Supporto all’integrazione lavorativa delle persone con disabilità attraverso il sostegno alle realtà aziendali” (MI279), finalizzato a sostenere azioni sperimentali rivolte prioritariamente al personale che lavora insieme alle persone con disabilità inserite nelle organizzazioni. Il progetto Rencontrer nell’ambito dell’integrazione lavorativa delle persone con disabilità ha inteso superare un approccio basato sulla sola gestione dei problemi per rispettare gli obblighi di legge e approdare a un approccio che vede nella effettiva integrazione della persona con disabilità un’occasione per costruire benessere aziendale per tutti gli attori coinvolti.
    Il presente Quaderno, come si vedrà, analizza le fasi chiave del progetto Rencontrer ma non entra nel dettaglio delle azioni sviluppate nelle singole aziende se non per segnalare alcuni aspetti esemplari giudicati particolarmente significativi. È una scelta dettata dalla volontà di offrire uno strumento agile che, oltre a ripercorre le tappe che hanno coinvolto i diversi partecipanti del progetto e fissare alcuni punti emersi nel corso dello stesso, possa essere utile a chiunque si trovi ad affrontare le molteplici sfide che riguardano la gestione della disabilità in contesti lavorativi.

  • Manifesto PAIS – Patti per l’inclusione sociale

    Manifesto PAIS – Patti per l’inclusione sociale

    Reddito di cittadinanza e percorsi di inclusione: strumenti, esperienze e prospettive

    Il Patto per l’inclusione sociale (PAIS) è uno strumento previsto dal Reddito di cittadinanza che mette al centro le persone più fragili. È un accordo tra beneficiari e un’équipe multidisciplinare dei servizi sociali territoriali che, a partire dall’analisi dei bisogni, costruisce progetti personalizzati di sostegno, orientamento e attivazione.

    Il nostro manifesto nasce dall’esperienza concreta delle équipe impegnate nella gestione dei PAIS nelle province di Milano, Monza e Brianza e Varese. È frutto di un laboratorio di confronto professionale che ha visto operatori e operatrici riflettere insieme su pratiche, criticità e opportunità.

    📌 Gli obiettivi del manifesto

    • analizzare criticità e punti di forza dei PAIS;
    • proporre un modello di lavoro in rete e nuove collaborazioni;
    • alimentare un dibattito informato sulle politiche di inclusione;
    • avanzare proposte migliorative per il futuro.

    📌 I temi affrontati

    • come rendere protagoniste le persone beneficiarie, valorizzandone esperienze, competenze e talenti;
    • quali strumenti operativi adottare nella presa in carico: colloqui, monitoraggi, educazione finanziaria, mediazione culturale, supporto psicologico, orientamento al lavoro;
    • l’importanza delle collaborazioni con enti locali, terzo settore, centri per l’impiego, servizi specialistici e aziende;
    • la centralità del lavoro delle équipe multidisciplinari pubblico/privato e la necessità di accordi di rete stabili.

    📌 Un impegno condiviso
    Il manifesto si rivolge a operatori e operatrici dell’inclusione, amministratori locali, realtà sociali, culturali e produttive. L’obiettivo comune è sviluppare interventi efficaci che vadano oltre l’erogazione del contributo economico, trasformando i PAIS in reali occasioni di crescita, autonomia e inclusione sociale.

    ➡️ Con questo manifesto, CSeL e le équipe coinvolte vogliono dare voce a chi lavora ogni giorno accanto alle persone beneficiarie, offrendo riferimenti di metodo, indicazioni pratiche e proposte concrete per rafforzare i percorsi di inclusione e costruire comunità più giuste e solidali.

  • Non Solo – Un manifesto per l’inclusione lavorativa

    Non Solo – Un manifesto per l’inclusione lavorativa

    Il lavoro non è “solo” un contratto.
    Non è “solo” inserimento in un’azienda.
    Non è “solo” una mansione da svolgere.

    Il manifesto “Non Solo” nasce dal progetto 68Volante e raccoglie riflessioni e pratiche sull’inclusione lavorativa delle persone con disabilità, frutto di un laboratorio che ha coinvolto disability manager, operatori e operatrici della mediazione socio-lavorativa, imprese e realtà del territorio.

    📌 Nei suoi punti chiave, il manifesto ci ricorda che:

    • per lavorare servono strumenti, accessibilità e tecnologie assistive, oltre a un contratto;
    • l’integrazione si realizza nella relazione e nel gruppo di lavoro, non solo nell’ingresso in azienda;
    • il disability manager ha un ruolo fondamentale di mediazione, accompagnamento e valutazione;
    • il lavoro è anche benessere, salute, relazioni, autonomia, e non può essere ridotto a un obbligo burocratico;
    • l’inclusione è un processo di responsabilità condivisa tra aziende, servizi, comunità e istituzioni.

    💡 “Non Solo” è un invito ad allargare lo sguardo:
    verso la pluralità dei percorsi, la valorizzazione delle competenze, la cultura organizzativa che riconosce le diversità come risorsa.

    👉 Scopri il manifesto completo e unisciti al cambiamento: l’inclusione non è una formula da applicare, ma un cammino da costruire insieme.

  • Comparazione tra nativi digitali e adulti nell’approccioalla “rete”:

    Comparazione tra nativi digitali e adulti nell’approccioalla “rete”:

    Esistono molti studi e ricerche dedicati alla IAD dai 15 ai 20 anni circa. Oggigiorno è così facile navigare in Internet che il numero di utenti è aumentato, soprattutto tra gli adolescenti (chiamati anche nativi digitali); ecco perché in questa generazione è facile pensare che il rischio di sviluppare una IAD sia più alto rispetto al passato. Un’indagine può evidenziare questo problema: un gruppo di studenti sotto i 18 anni e un gruppo di adulti hanno fatto un test (controllato dal dott. K. Young) su quanto navigano in rete per stabilire il loro rischio di IAD (che può essere classificato come basso, medio o alto profilo). I risultati mostrano che il 34,5% dei minori di 18 anni ha un profilo medio, mentre tra gli adulti la percentuale è del 4,20%. Per questo motivo sembra che gli adolescenti siano più vicini alla IAD rispetto agli adulti. Tuttavia, il rischio elevato è dell’1,10% tra i minori di 18 anni e dello 0,84% tra gli adulti, una differenza non statisticamente significativa. Possiamo quindi formulare un’altra ipotesi: alcuni adolescenti raggiungono un profilo medio ma questo non evolve in un profilo alto di IAD, come se esistessero degli “anticorpi” colturali contro il problema. Per trovare una politica contro l’IAD è molto importante scegliere se credere alla prima o alla seconda ipotesi: in effetti, hanno modi diversi di agire. Credendo alla prima, dovremmo dedicare ricerche per la prevenzione selettiva e mirata. Credendo alla seconda, è meglio concentrarsi su informazioni, pubblicità su tablet e smartphone e consigli per un uso corretto. Si consiglia di effettuare altre ricerche per trovare ulteriori dimostrazioni a queste teorie.

    Pubblica su Mission PERIODICO TRIMESTRALE DELLA FEDERAZIONE ITALIANA DEGLI OPERATORI DEI DIPARTIMENTI E DEI SERVIZI DELLE DIPENDENZE

    marzo 2016

  • Salute e lavoro: quando l’impresa incontra il sociale

    Salute e lavoro: quando l’impresa incontra il sociale

    Il mondo del lavoro e quello del sociale sembrano spesso lontani, separati da linguaggi, logiche e obiettivi diversi. Eppure, è proprio dal loro incontro che possono nascere percorsi innovativi di benessere e prevenzione.

    📖 Nell’articolo pubblicato su Prospettiva sociali e Sanitarie, raccontiamo l’esperienza del progetto “Salute e Lavoro”, nato dalla collaborazione tra il Dipartimento Dipendenze dell’ASL MI 1 e il Consorzio CS&L.

    L’obiettivo? Promuovere la salute nei luoghi di lavoro, prevenire comportamenti di abuso e costruire un dialogo tra aziende, sindacati, servizi pubblici e privato sociale.
    🔹 Attraverso ricerche qualitative, formazione e la metodologia della peer education, il progetto ha coinvolto lavoratori e figure chiave aziendali, trasformandoli in veri e propri moltiplicatori di informazione.
    🔹 Non solo contrasto alle dipendenze, ma anche promozione di benessere, sicurezza e relazioni positive nei contesti lavorativi.
    🔹 Una sperimentazione che ha mostrato come impresa, non profit e istituzioni possano trovare un linguaggio comune e condividere responsabilità per la salute di tutti.

    👉 Leggi l’articolo completo e scopri come la prevenzione diventa occasione di innovazione sociale e culturale.